piedaesanzves: ottobre 2013

lunedì 21 ottobre 2013

Breathe owl breathe - Passage of pegasus



Senza via d'uscita


Un disco ha la sua anima, il suo carattere una sua personalità. Un disco è come un riflesso dell'anima, risponde a quello di cui ho bisogno in un determinato momento della mia vita e continua a farlo perchè dentro di esso avrà sempre le risposte che cerco, può cambiare il tempo, l'età, l'umore, può cambiare qualunque cosa ma un disco per me resterà sempre uno specchio della mia anima. Un disco è fedele, è sincero e non mi nasconde mai nulla. Uno stesso disco può darmi in momenti diversi sensazioni diverse dalla pace alla disperazione, dalla gioia al dolore, da una stretta allo stomaco ad una risata a crepapelle. Un disco paca od ingigantisce i miei stati d'animo, un disco mi fa pensare, mi fa sognare mi porta ad uno stato di consapevolezza di me stesso, della mia condizione che nulla al mondo potrebbe riuscire a fare. A volte mi capita, e questo è uno di quei giorni, di imbattermi in cose come l'ultimo di Breathe owl breathe... che risulta essere devastante... e allora tutto cambia, tutto assume una luce diversa e capisco che quello che pensavo, che credevo e che speravo, oggi non è più valido. Passage of pegasus, questo è il titolo, mi ha resettato, mi ha tolto il fiato è un inizio, è una fine ma non è una risposta, resta sospeso, indecifrabile scolpito sulla mia pelle come una cicatrice che non riesce a rimarginarsi completamente che ascolto dopo ascolto si apre e poi si chiude ed ogni volta mi lascia con le bende in mano a chiedermi perchè continui ancora ad ascoltarlo, perchè nonostante tutto, continui ancora a farmi inondare da lui e quante pareti dovrò continuare a spezzare per arrivare alla sua verità senza continuare a ferirmi senza che un giorno mi invada e l'altro mi getti nella polvere? Un disco che non mi lascia il tempo di sognare perchè subito mi chiude ogni strada che pensavo avesse aperto. Mi è impossibile rinunciare quindi non mi resta altro da fare che continuare a perdere e a perdermi dentro di lui.

giovedì 17 ottobre 2013

Houndstooth - Ride Out The Dark


Io + Houndstooth = Anime gemelle


Ci sono dischi e dischi, quelli che mi piacciono e quelli che non sfango, quelli che ascolto una volta e poi basta e quelli che mi provocano un ascolto compulsivo, quelli che tengo da anni sull'ipod e quelli che non ci stanno ma che vorrei tenere sull'ipod, ci sono dischi stagionali e quelli umorali, si sono i dischi da macchina e quelli da cuffie infine ci sono i dischi che mi si impiantano dentro e sono quelli che preferisco. Il loro funzionamento è simile a quello di un pacemaker, regolano l'afflusso del sangue e fanno battere il cuore assecondando l'intensità delle canzoni, sono quelli che entrano direttamente dalla pancia e soprattutto sono quasi sempre quelli che meno mi aspetterei che lo facessero... bene,  Ride Out The Dark è uno di quelli. Nella mia vita mi è capitato raramente di conoscere una persona e sentire come se la conoscessi da sempre (le volte si contano sulle dita di una mano), con i dischi mi è capitato un po' più spesso... questo è uno di quei casi. Cosa hanno in più Houndstooth? francamente non lo so e altrettanto francamente non mi interessa indagare, so solo che provocano dentro di me un moto di familiarietà, una corrispondenza di un legame inconscio a qualcosa che sapevo esistere da qualche parte e che ora o trovato, insomma una risposta ad una richiesta subliminale. Entrando nel merito, ci sono due brani che sopra tutti gli altri mi fanno aumentare le pulsazioni: Baltimore e You Won't See Me, le restanti 8 mi fanno cadere in uno stato tra il catatonico e l'ipnotico, non hanno nulla di straordinario ma nello stesso tempo non riesco a staccarmi da loro, sono come 8 cerotti applicati su altrettante ferite che restano lì a coprirle a prescindere dal fatto che si siano abbondantemente rimarginate. C'è la chitarra di Thunder Runner che mi rimbalza dentro come un mantra; il mid tempo di Baltimore che mi suscita ad ogni ascolto un sorrisino idiota; il lento incedere di Canary Island che mi lascia come un'equilibrista sulla sua corda in balia del suo ondeggìo con quella sequenza di quattro accordi e la tastiera e la steel ad aiutarmi a mantenere l'equilibrio; la melodia di Bee Keeper che ogni tanto spalanca le sue porte per lasciare filtrare la luce nella penombra che riesce a creare intorno a me; l'apatia contagiosa di Strangers con il suo sbilenco assolo; poi c'è la luce fioca e tremolante di New Illusion che mi attira a sè come una falena attirata da una lampadina; Wheel On Fire è inesorabilmente accattivante, mi ammicca e mi sorride e io cedo irreversibilmente alle sue lusinghe; i 4.51 minuti di Francis potrebbero essere 4 secondi come 4 ore si avvolge e riavvolge su se stessa senza lasciarmi una via d'uscita; la lentezza di Don't I Know You è quasi irritante...eppure..., infine You Won't See Me... il capolavoro del disco, è tutto quello che penso, che sento e che provo, in questo momento sono tutto dentro questa canzone, la adoro.
La voce sembra provenire da un'altra dimensione, da un'altra epoca, le costruzioni sonore richiamano il pop, il paisley underground... ci ritrovo i Velvet Underground insieme ai Belle and Sebastian e i Jesus and Mary Chain le atmosfere sono già sentite, sono cose già vissute eppure è più forte di me, è come se un magnete mi attirasse inesorabilmente verso queste 10 tracce ed ogni volta che tento di staccarmi da loro è li pronto ad aumentare il suo campo magnetico. Sono canzoni semplici, a volte sussurrate, sostenute da hammond, chitarra ed un basso e una batteria coi quali le pulsazioni entrano in simbiosi. La domanda che mi sono autoformulato all'inizio, alla fine di questa sommaria analisi rimane inevasa... cosa abbiano in più gli Houndstooth non lo so, forse niente... fatto sta che questo disco mi piace da morire.


Miami & the Groovers - No Way Back (CD+DVD)

Una magia formato tascabile...




Il silenzio assordante che è calato sull'uscita di No way back è qualcosa di misterioso, incomprensibile ed enigmatico... Quante band indipendenti in italia sono in grado di pensare, realizzare e produrre un CD e DVD Live, di curarne il packaging fin nei minimi particolari e di venderlo a 18€? Amiche ed amici delle Backstreets... io dico che un avvenimento così andrebbe pubblicizzato e consacrato come una ricorrenza straordinaria, ma citando Laozi: fa sempre più rumore un albero che cade di uno che cresce e le grandi cose prodotte dalle band italiane che si spaccano la schiena, che gettano l'anima e che macinano km e km in giro per il paese sono "meno interessanti" di un qualsiasi cofanetto commemorativo con due bonus tracks di un cazzone americano qualunque.
Due concerti nella bomboniera del teatro Comunale di Cesenatico gremito fin nei suoi ultimi posti, tanto calore, tanto entusiasmo e tanta energia per una band che semplicemente porta il r'n'r in giro per farci divertire e che per una volta ha voluto racchiudere tutto questo dentro un contenitore audio e video portatile,  per dare a tutti l'opportunità di poter vivere in qualsiasi momento lo desiderino, un sanguigno concerto.
Le canzoni contenute nel CD non corrispondono a quelle presenti nel DVD che è ricco quindi di altri brani, interviste, dietro le quinte ed entusiasmo di pubblico. Quello che mi ha colpito è che i M&TG sono riusciti nell'impresa più difficile cioè quella di riportare le emozioni in 4D dentro un supporto 2D, vi sono riusciti quasi totalmente, l'unica mancanza è quella delle storie di Lorenzo, qualcosina in più l'avrei inserita... per il resto direi che il tutto si presenta molto bene, molto buoni i suoni, belle le riprese fatte dal Merlo Produzioni e una grafica stilosa curata come sempre con grande attenzione dallo Studio 75. Le canzoni le conosciamo tutti, molti a memoria come si può vedere dal video, con quel pizzico di "live" che le rende ancora più vive e pulsanti. Un concerto lascia sempre qualche cosa di più di un ascolto di un disco in studio in macchina o in cuffia e le canzoni per un certo verso appaiono sempre un po' più magiche, bene, quella magia la si può trovare dentro No Way Back, un raro esempio di come le cose possano essere fatte bene e che non occorre prendere un aereo per trovarne di migliori, a volte basta usare i piedi, e il cuore. No Way Back è per non dimenticare, per cantare e perchè no... per emozionarsi ancora ed ancora.