piedaesanzves: luglio 2011

martedì 19 luglio 2011

Jon Allen: Here Tonight


Noi, uomini e musicisti del terzo millennio
Penso che i vari Dylan e tutti gli altri ultra sessantenni siano dei mostri sacri, degli intoccabili, dei geni, entrati nella Hall of Fame della musica, credo che abbiano scritto canzoni che rimarranno scolpite nel cuore di ogni abitante della terra, senza di loro la vita non sarebbe la stessa... ma bastaaaaaaaaa!!!! Non ne posso più!!! Senza Dylan Jon Allen al 99% non esisterebbe (musicalmente parlando) e non avrebbe potuto scrivere Sweet Defeat ma cazzo il mondo va avanti, i mercati cambiano, gli equilibri mondiali si spostano, le risorse primarie si esauriscono, bisogna trovare energie alternative.... Jon Allen è il presente e come lui tanti altri ma nel mondo facebook piace “solo” a 1254 persone, me compreso!!! Qui qualcosa non va!!! 11 splendide canzoni che fanno stare bene, fresche, allegre, belle... cose che gli ultrasessantenni si sognano di scrivere, non saranno dei “capolavori” che resisteranno a generazioni ma è la musica di oggi, quella del 2011 ed è questa quella che voglio ascoltare e programmare!!! Senza i Beatles non sarebbe esistita Love's Made a Fool Out of Me, ma senza Meucci non sarebbe esistito l’iPhone, quindi oggi non diciamo che Meucci ha creato l’iPhone ma è stato Steve Jobs che senza Meucci però non avrebbe potuto crearlo!!! Io mi guardo intorno, sarà difficile trovare dei nuovi geni perchè ormai tutto è stato inventato, i padri resteranno sacri ma i figli stanno creando eccome!!! cose belle, forse già ascoltate, ma se dovessi scegliere ora, tra un concerto di Dylan e Allen, vado a quello di Allen. Non so, sono curioso, mi piace provare, ascoltare cose sempre nuove, intuizioni e sensibilità diverse, confrontarmi,  provare nuove emozioni più vicine all’epoca in cui sto vivendo, innamorarmi quotidianamente di quello che il mondo della musica è in grado di offrirmi. Adoro Jon Allen e chi come lui mi regala brividi come quelli offerti da Joanna! Mi sembra, ascoltando Springsteen, Dylan, Young... di ricordare... di pensare... che bravi! che belle canzoni... ma di vivere nostalgicamente un’epoca che è passata! Senza Garibaldi e gli altri eroi del risorgimento non ci sarebbe stata l’Italia ma senza Luigi Calabresi, Peppino Impastato, Sandro Pertini.... avremmo un’Italia diversa... Sono stanco di aprire Facebook e di ritrovarmi fiumi di versioni differenti di canzoni del Boss, dei Beatles e del passato!!! Voglio svegliarmi con Jon Allen, Josh Garrels, Amanda Shires... ed addormentarmi cullato da Here tonight! Amo la musica, è la mia vita, ho bisogno di lei come dell’aria che respiro ed è per questo che tutti i santi giorni apro le finestre e faccio entrare dell’aria fresca, pura ed incontaminata per ritemprare le mie vecchie membra e mantenermi vivo!!!
P.S. Grazie a Eddy Cilia per la sua recensione a pag.88 del Mucchio di Luglio/Agosto 2011.

sabato 16 luglio 2011

Hugh Laurie: Let them talk


Cartoline da New Orleans
Sono ipocondriaco! non riesco a vedere telefilm ispirati a casi medici dai tempi del Dottor Kildare e del Dr. Queen, ho provato con Dr. House ma nonostante il sarcasmo presente dopo ogni episodio manifestavo sintomi reali di lupus!!! Ma lui! Lui, Hugh è fantastico, un innamorato del blues, e questo Let them talk è un viaggio straordinario all’interno della musica più bella del mondo attraverso i grandi che la hanno resa quella che è. Let them talk è un Medicine show del 2011 dove gli sciroppi miracolosi sono tradotti in musica, ad ascoltarlo,  canzone dopo canzone,  mi sembra di sfogliare, un album di foto ingiallito dal tempo che, grazie alla forza di Hugh, dei musicisti che lo hanno accompagnato (Allen Toussaint, Irma Thomas, Dr. John, solo per citarne alcuni) e alla produzione di Joe Henry riprendono colore come quando all’inzio del ‘900 si era usi a colorare le foto, ogni nota una pennellata, ogni strumento un colore, ogni canzone un tonico per il corpo e per l’anima, una raccolta di storie che mi porta a camminare per le strade ed entrare nei locali fumosi e dal pregnante odore di alcol di New Orleans, città dove questa musica ha trovato linfa vitale! Ogni canzone è una emozione troppo forte, di quelle che ogni volta mi spinge sullo sterno, mi inibisce il respiro e che quando si libera dentro di me allora mi libera “il sospirone”. Amo il blues! Ma Hugh Laurie me lo sta facendo adorare, la sua rilettura dei classici di questa musica forse farà storcere il naso ai puristi del genere, ma quello che mi trasmettono queste canzoni è l’amore, la passione e la gioia che il Dr. House ha infuso dentro di esse... alla fine rimango ipocondriaco ma queste canzoni sono in grado di curare qualsiasi malattia!

giovedì 7 luglio 2011

Josh Garrels: Love & war & the sea in between


E il naufragar m'è dolce in questo mare...
Ci sono giorni nei quali non basta niente, quei giorni che vorresti trovare riposo ma nulla sembra adatto, quei giorni che ti sembra di perdere tempo ma che non sai come occuparlo perchè nulla può colmare il vuoto dentro di te, quei giorni in cui la tua mente scova tutti i fili pendenti nella tua vita e si accorge che non riuscirà mai ad annodarli tutti, ecco, questi sono quei giorni e aver incontrato Josh Garrels non è un caso. Mi basta ascoltare le prime tre: White Owl, Flood waters e Farther along, chiudere gli occhi ed abbandonarsi totalmente perchè tutto mi appaia possibile, bello, raggiungibile che la stanchezza e la fatica si sciolgano come neve al sole che la mia mente torni a rivedere tutto il positivo che c’è nella mia vita. Questa è la musica, quando si ha bisogno Lei c’è, assume varie sembianze, ti cerca, ti trova, ti ama! La musica è la risposta a qualunque cosa, è il mio modo di comunicare con la realtà ed interagire con essa, ogni giorno ha la sua canzone, ogni periodo ha il suo cantante ma che cos’è Love & war  the sea in between? Una barca che mi raccoglie, mi culla, mi riscalda, mi ripara è dentro queste note che riesco a trovare rifugio, forza e consolazione una forza che mi solleva e mi trasporta dentro e fuori della realtà attraverso questa musica vedo tutto più chiaro, è la mia trascendenza il mio io che si dilata al di sopra di me attraverso il quale mi vedo, mi apro, mi parlo, mi capisco! Una musica che mi strappa l’anima e la ricompone, che mi solleva e mi lascia cadere che mi calma, mi agita mi completa. Ci sono tutti John Grant, Damien Rice, David Gray, Coldplay e nessuno... io ci sono insieme ad altri centomila me ma anche solo come recita Ulysses che da solo naviga nel mare della vita. Love & war & the sea in between è il mio porto, il mio approdo sicuro, la mia ancora, il mio faro la mia rotta da seguire Josh Garrels è il mio capitano e questa nave non l’abbandono perchè con questa musica non si va mai a fondo e se capitasse ti riporterebbe comunque sempre a galla.